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Segni, suggestioni e simboli dal mondo NGM

Anziani che odiano i cellulari

clock settembre 14, 2012 18:50 by author Paolo Vincenti

 

Anziani che odiano i cellulari

Chi ha detto che i senior phones fanno cagare?

Qualche tempo fa, un'articolo di Guido Ceronetti, comparso sul Corriere della Sera e riferito alle difficoltà che incontrano gli anziani dinanzi ai telefoni cellulari, ha scatenato una rumorosa polemica nel mondo dei blogger. Nonni contro la tecnologia, tecnologia contro i vecchietti, etc. Ad un certo punto mi sono imbattuto in questo articolo postato sul blog Geloblog che, cercando di giustificare il difficile approccio dell'anziano intellettuale con i diabolici dispositivi per comunicare, si conclude leggiadramente con le parole: "gli attuali modelli senior, per un anziano benestante, fanno oggettivamente cagare."

Direi che il punto , qui, è proprio l'anziano benestante. Costui, in quanto appunto benestante (ancor prima che anziano), dispone probabilmente di un livello di istruzione medio-alto, di abbastanza tempo libero per impararsi qualche trucchetto, e quasi sicuramente ha utilizzato molto il cellulare (e forse anche altri dispositivi tecnologici) nella sua precedente attività lavorativa. Quindi, anche uno smartphone di ultima generazione può essere tranquillamente alla sua portata; e lo preferirà, senza pensarci due volte, ad un senior phone, così come prediligerà - finché gli sarà possibile - guidare la Mercedes piuttosto che un trabiccolo che si può usare senza patente. Ma non tutti gli anziani rientrano nella categoria dei benestanti. Per tutti gli altri, per quelli andati in pensione prima che il cellulare diventasse un oggetto di uso quotidiano, per quelli a cui il telefono serve per telefonare o poco altro, per quelli che trovano difficoltà a digitare su una tastiera troppo piccola, per quelli che hanno bisogno di un volume più alto del normale, per quelli che si sentono tranquillizzati dalla presenza di un bottone SOS che potrebbe rivelarsi molto importante, per tutti costoro un senior phone non sembra una scelta poi così deprimente. E poi, non tutti gli easy phones (come noi preferiamo chiamarli)  sono come quelli portati a titolo di esempio (e tratti, chissà perché, da una pagina americana); si consiglia un giretto dalle nostre parti, per dare un'occhiata a modelli come FRED o FELIX, che oltre ad essere "easy" sono anche dual SIM, hanno la fotocamera, e sfoggiano una linea niente male. Non tutti i senior fanno cagare, fidatevi.



Il fantasma nel telefono

clock luglio 18, 2012 17:48 by author Paolo Vincenti

Il fantasma nel telefono

Uso intensivo del cellulare e patologie emergenti

Qualche tempo fa ero rimasto colpito dal fatto che un utente denunziasse una curiosa patologia legata all'uso del cellulare: in sostanza, avvertiva talora la vibrazione del cellulare che teneva in tasca anche se questo in realtà non stava vibrando affatto. Approfondendo questo argomento, ho scoperto che il disturbo è piuttosto diffuso: nel mondo anglosassone va sotto la definizione di Phantom Vibration Syndrome (cioè Sindrome della vibrazione fantasma) ed è collegata ad uno stato ansioso probabilmente originato dai "neuroni specchio". Una variante della stessa sindrome induce la persona ad avvertire di quando in quando lo squillo della propria suoneria anche quando quest'ultima è stata in effetti disattivata. Ma ancor più curioso è il fatto che di patologie connesse all'uso degli smartphones potrebbero esisterne parecchie altre: la sindrome del touch screen (dopo aver usato a lungo il cellulare, si può essere indotti a cercare di chiudere il foglio di calcolo agitando le dita sullo schermo del PC); il disturbo ossessivo-compulsivo della chiamata perduta (e se avessi delle chiamate a cui non ho risposto? Meglio controllare ancora una volta...); il deficit dell'attenzione IM (quando si parla al soggetto, questo sembra non ascoltare, perché continua a verificare il thread nella messaggeria del telefono); le complicazioni generate dall'utente, note anche come User-Generated Complications o UGC (quando un'iniziativa personale avventata produce la modifica di un qualche parametro che non si riesce a ripristinare e getta l'utente in uno stato di profonda depressione per un intero fine settimana).

E voi avete mai sperimentato qualcuno di questi disturbi? Avete altre patologie personali da aggiungere alla lista?



Bunga bunga phone ed effetto Teflon

clock luglio 11, 2012 16:15 by author Paolo Vincenti

 

 

Bunga bunga phone ed effetto Teflon

Nelle avversità dei nostri migliori amici, troviamo spesso qualcosa che non ci dispiace.

(La Rochefoucauld)

 

I giornalisti, come le formiche, tendono per lo più a muoversi in colonna. Una volta azzeccata una definizione, la maggior parte di essi si allinea e la ripropone ad libitum. E' stato ad esempio il caso della formula bunga bunga phone, che da mesi ormai è divenuto il nome corrente per indicare i telefoni NGM dotati di funzioni speciali quali black list, white list, area privé, rumori di sottofondo, etc. (si veda, a titolo di esempio, qualche testata nella nostra rassegna stampa). Certo, la suggestione è forte: il telefono che nasconde le infedeltà e ti salva dalle intercettazioni... Ma sembra che a nessuno sia passato per la testa che per queste funzioni speciali possano esistere impieghi diversi, quotidiani e persino banali. O magari sì, ma la definizione sarebbe stata meno al passo con l'attualità e soprattutto meno pruriginosa. Sintomatico, poi, che quasi sempre negli articoli si faccia riferimento alle strategie che il fedifrago "esperto" potrebbe utilizzare, una volta equipaggiato di un cellulare antisgamo; e le signore? Ma probabilmente questo è un dato culturale: dopotutto, il nostro è un paese dove, fino a qualche decina di anni fa, il tradimento femminile poteva ancora legittimare il delitto d’onore. Per certi uomini, le amanti o le prostitute sembrano ancora accrescere la reputazione di ‘maschio’, secondo un consolidato standard di doppia moralità; e questi individui sono i più inclini ad assumersi dei rischi. In questi casi, si parla anche di "effetto Teflon": come avviene per il noto materiale usato nelle padelle antiaderenti (l’unico materiale attualmente conosciuto sul quale persino un geco finisce per scivolare), critiche e giudizi negativi non fanno presa su questi individui, scivolano via, lasciandoli apparentemente puliti. Quello stesso falso senso di invincibilità che si riscontra spesso nei politici (che ritengono che i loro intrallazzi debbano rimanere segreti, e chi si mette in mezzo è solo un rompic...) o in certi atleti particolarmente antipatici (i quali evidentemente trovano qui la loro riserva di automotivazione). Insomma, chi è "potente" (o si ritiene tale), si sente autorizzato ad assumersi maggiori rischi, e questo contribuisce a incrementare la sua propensione all'inganno, all'imbroglio, all'infedeltà. Il problema è che nella società contemporanea la gente ha sviluppato un'ossessione per le trasgressioni segrete (degli altri), e ancor più per il vedere le stesse portate alla luce, con sputtanamento conseguente. La logica è, più o meno, questa: "io me la passo male, ma guarda in che guai si è andato a infilare quest'altro!" Sarebbe troppo lungo e complesso affrontare qui il problema del perché si trovi conforto nelle altrui disgrazie (la famosa Schadenfreude dei tedeschi), o i parametri che rendono tanto più appagante lo sputtanamento quanto più esso riguarda un personaggio pubblico o una persona che conosciamo. Il dato emergente è che nell'epoca della rete l'effetto Teflon si va via via affievolendo: passaparola, condivisione e trasparenza fanno sì che venga spesso mostrata anche l'altra faccia del tegame, quella non protetta dalla pellicola antiaderente. Evidentemente, il bunga bunga phone (o meglio, la concezione dominante che si è diffusa a proposito di un telefono con funzioni speciali di privacy) si inserisce in questo processo come supporto tecnologico di un'invincibilità che non è già più tale: come i celebri gadget dei film di James Bond, esso viene in soccorso tutte le volte che le pur notevoli risorse individuali non sono più adeguate al livello di rischio che ci si è assunto.



Massima accelerazione

clock giugno 13, 2012 17:50 by author Paolo Vincenti

Massima accelerazione 

Il vostro telefono vi sembra troppo lento?

Il vostro telefono impiega troppo tempo ad accendersi? A connettersi in Wi-Fi? Le vostre caselle email e SMS traboccano di messaggi non letti? Continuate a domandarvi se avete scelto l'operatore giusto e l'opzione più adatta a voi? Tranquillizzatevi: non siete soli.

Siamo tutti quanti coinvolti nel turbine dell'accelerazione costante del ritmo di vita. Se soltanto vi fermate un attimo a riflettere, tutte le domande precedenti non avrebbero avuto alcun senso per la generazione che ci ha preceduto. L'esperienza di ieri invecchia così velocemente che ci troviamo costretti ad aggiornarci costantemente per restare al passo. E' un po' come correre in senso inverso su una scala mobile, tanto per rimanere fermi nello stesso posto.

Al rientro dalle vacanze, siete mai stati colti dall'angoscia di esservi persi qualche opportunità favorevole, qualche aggiornamento importante, qualche offerta irripetibile? In un mondo in costante accelerazione, l'opzione zero non è più consentita: siamo costretti a rimanere sempre connessi. La nostra epoca è quella in cui la velocità dei mezzi di trasporto e l'informazione in tempo reale producono una contrazione dello spazio: Milano, New York o Tokyo diventano semplici coordinate geografiche, e ciò che siamo abituati a considerare come solido tende a diventare "liquido", si muove senza sosta sotto forma di flusso (di capitali, di idee, di contenuti virali, di malattie epidemiche). L'individuo stesso si riduce a 'particella elementare' (come ci insegna Michel Houellebecq), isolata, senza agganci, trascinata via senza pietà dalla corrente: e il corpo diviene man mano obsoleto, accessorio. Trascorriamo ore in palestra o facendo jogging solo perché siamo preoccupati della nostra efficienza a livello meccanico: cioè per lo stesso motivo per il quale, quando si possiede un'auto d'epoca, si cerca di farla girare almeno una domenica sì e una no.

Posti dinanzi all'esigenza di imparare qualcosa di nuovo, ci troviamo sempre più frequentemente dinanzi all'opzione del 'corso accelerato' o addirittura alle tecniche di lettura ultrarapida. Un'accelerazione anche nel campo della conoscenza quindi, pure se con prevedibili effetti collaterali di superficialità e frammentarietà: scartare i dati e i discorsi che appaiono inessenziali, saltabeccando da un blog ad un manuale, da un video ad un forum di discussione. Fare zapping con le idee e i concetti, come ormai da decenni abbiamo appreso a fare con i programmi della TV.

Certamente avrete anche notato - sbarcati da un aereo preso in corsa e giunti in una qualche destinazione esotica per una vacanza lampo, con escursioni rigidamente programmate - che su questo pianeta vi sono ancora esseri umani che vivono con un andamento lento, senza orologio e senza sveglia. E magari vi sarà anche scappato di pensare, con una punta di invidia, a come sarebbe vivere seguendo questi ritmi da 'selvaggi'.

 

Come vi confrontate con questo fenomeno di costante accelerazione? Come utilizzate il vostro telefono per cercare di non sentirvi 'disconnessi'?

 



3NiGM@ per NGM

Paolo 'Paul EnØ' Vincenti è Social Media Manager presso NGM. Queste pagine sono dedicate a ospitare notizie vagamente connesse con NGM, aggiornamenti su progetti in corso, eventi, sfoghi più o meno violenti, deliri, confessioni, manifesti, piaceri inconfessabili, molestie, manipolazioni, fatti e opinioni, miti e pettegolezzi, annunci formali, indiscrezioni, vituperi, nomi per cuccioli e altre parole declinate al plurale.

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