Bunga bunga phone ed effetto Teflon

Nelle avversità dei nostri migliori amici, troviamo spesso qualcosa che non ci dispiace.

(La Rochefoucauld)

 

I giornalisti, come le formiche, tendono per lo più a muoversi in colonna. Una volta azzeccata una definizione, la maggior parte di essi si allinea e la ripropone ad libitum. E' stato ad esempio il caso della formula bunga bunga phone, che da mesi ormai è divenuto il nome corrente per indicare i telefoni NGM dotati di funzioni speciali quali black list, white list, area privé, rumori di sottofondo, etc. (si veda, a titolo di esempio, qualche testata nella nostra rassegna stampa). Certo, la suggestione è forte: il telefono che nasconde le infedeltà e ti salva dalle intercettazioni... Ma sembra che a nessuno sia passato per la testa che per queste funzioni speciali possano esistere impieghi diversi, quotidiani e persino banali. O magari sì, ma la definizione sarebbe stata meno al passo con l'attualità e soprattutto meno pruriginosa. Sintomatico, poi, che quasi sempre negli articoli si faccia riferimento alle strategie che il fedifrago "esperto" potrebbe utilizzare, una volta equipaggiato di un cellulare antisgamo; e le signore? Ma probabilmente questo è un dato culturale: dopotutto, il nostro è un paese dove, fino a qualche decina di anni fa, il tradimento femminile poteva ancora legittimare il delitto d’onore. Per certi uomini, le amanti o le prostitute sembrano ancora accrescere la reputazione di ‘maschio’, secondo un consolidato standard di doppia moralità; e questi individui sono i più inclini ad assumersi dei rischi. In questi casi, si parla anche di "effetto Teflon": come avviene per il noto materiale usato nelle padelle antiaderenti (l’unico materiale attualmente conosciuto sul quale persino un geco finisce per scivolare), critiche e giudizi negativi non fanno presa su questi individui, scivolano via, lasciandoli apparentemente puliti. Quello stesso falso senso di invincibilità che si riscontra spesso nei politici (che ritengono che i loro intrallazzi debbano rimanere segreti, e chi si mette in mezzo è solo un rompic...) o in certi atleti particolarmente antipatici (i quali evidentemente trovano qui la loro riserva di automotivazione). Insomma, chi è "potente" (o si ritiene tale), si sente autorizzato ad assumersi maggiori rischi, e questo contribuisce a incrementare la sua propensione all'inganno, all'imbroglio, all'infedeltà. Il problema è che nella società contemporanea la gente ha sviluppato un'ossessione per le trasgressioni segrete (degli altri), e ancor più per il vedere le stesse portate alla luce, con sputtanamento conseguente. La logica è, più o meno, questa: "io me la passo male, ma guarda in che guai si è andato a infilare quest'altro!" Sarebbe troppo lungo e complesso affrontare qui il problema del perché si trovi conforto nelle altrui disgrazie (la famosa Schadenfreude dei tedeschi), o i parametri che rendono tanto più appagante lo sputtanamento quanto più esso riguarda un personaggio pubblico o una persona che conosciamo. Il dato emergente è che nell'epoca della rete l'effetto Teflon si va via via affievolendo: passaparola, condivisione e trasparenza fanno sì che venga spesso mostrata anche l'altra faccia del tegame, quella non protetta dalla pellicola antiaderente. Evidentemente, il bunga bunga phone (o meglio, la concezione dominante che si è diffusa a proposito di un telefono con funzioni speciali di privacy) si inserisce in questo processo come supporto tecnologico di un'invincibilità che non è già più tale: come i celebri gadget dei film di James Bond, esso viene in soccorso tutte le volte che le pur notevoli risorse individuali non sono più adeguate al livello di rischio che ci si è assunto.